Le prove EMC                                                                                

La compatibilità elettromagnetica può essere definita come "la capacità di un apparato, componente o installazione elettrica e/o elettronica di funzionare correttamente nel suo ambiente elettromagnetico senza altresì introdurre disturbi che possano interferire con il funzionamento di altre apparecchiature presenti nello stesso ambiente". Da tale definizione si deduce che una apparecchiatura sostanzialmente deve:

·        emettere campi elettromagnetici, sia sotto forma condotta che irradiata, al di sotto di una soglia definita dalla normativa;

·        essere immune a tutta una serie di fenomeni elettromagnetici condotti ed irradiati che possono interessarla nell'ambiente in cui è destinata ad operare (criteri di prestazione).

Di conseguenza, le prove EMC si distinguono in:

·        Prove di emissione (Le prove di emissione sono fondamentalmente quattro: Emissione di disturbi irradiati (dall'involucro), Emissione di disturbi condotti (sull'alimentazione), Emissione di correnti armoniche, Misura della potenza di disturbo).

·        Prove di immunità (Le prove di immunità più rilevanti sono: Immunità ai campi elettromagnetici irradiati, Immunità ai campi elettromagnetici condotti, Immunità alla scarica elettrostatica (ESD), Immunità ai transitori/treni elettrici veloci (EFT/BURST), Immunità all'impulso di tensione (SURGE), Immunità al campo magnetico generato a frequenza di rete, Immunità ai buchi di tensione, brevi interruzioni e variazioni di tensione).

La normativa distingue e richiede diversi gradi di immunità (criteri di prestazione) alle diverse prove, distinguendoli in base alla tipologia di prodotto (norma di prodotto o famiglia di prodotti) o all'ambiente in cui l'apparecchiatura è destinata (norma generica).

·        Criterio di prestazione A: l'apparecchiatura continua a funzionare senza l'intervento dell'operatore anche durante l'esecuzione della prova, non è permessa nè la perdita di prestazione, né la perdita di eventuali dati immagazzinati.

·        Criterio di prestazione B: l'apparecchiatura deve continuare a funzionare senza l'intervanto dell'operatore anche durante l'esecuzione della prova, è permessa la perdita di prestazione ma non la perdita di eventuali dati immagazzinati.

·        Criterio di prestazione C: l'apparecchiatura può perdere di funzionalità durante l'esecuzione della prova, ma deve essere possibile ripristinarne l'operatività attraverso l'azionamento di comandi da parte dell'operatore; non è invece permessa la perdita di eventuali dati immagazzinati.

 

Per quanto riguarda le caratteristiche che devono essere proprie della strumentazione per le prove EMC il documento normativo di riferimento è la CISPR 16-1: Specification for radio disturbance and immunity measuring apparatus and methods (ed. 1 - 1993).

Misure EMC: generalità.

Poiché le direttive incideranno sempre più nella produzione di apparati elettronici, è importante che il prodotto nasca già con tutti i requisiti necessari al superamento delle prove finali di certificazione, per apporre il marchio CE sul prodotto stesso. Per fare ciò occorre inserire nei canoni usuali della progettazione elettronica, il rispetto delle normative EMC. Inoltre esistono in commercio sistemi di misure EMC "Precompliance" che consentono di verificare passo passo, durante la progettazione del prodotto, il rispetto delle normative sulla compatibilità elettromagnetica. Tali sistemi non consentono di effettuare "una misura a norma", ma garantiscono ottime probabilità di ottenere la certificazione del prodotto avendo effettuato delle operazioni preliminari di misura a costi contenuti.

Molte delle prove (tra cui la maggior parte di quelle atte a verificare immunità e l'emissione di disturbi di tipo condotto) da effettuare per verificare la conformità alle normative, possono essere eseguite con strumenti dedicati disponibili in commercio, costruiti appositamente per tale scopo e con le caratteristiche richieste dalle norme. In altre prove, invece, sono richiesti anche degli elementi ausiliari che rendono la prova più complessa e dove sono possibili scelte di tipo diverso, che devono essere esaminate anche per le implicazioni di costo che ne derivano. Questo caso riguarda in particolare le prove per misurare le emissioni elettromagnetiche generate dall'apparecchiatura in prova e quelle in cui vengono generati dei campi elettromagnetici per verificare l'immunità dell'apparecchiatura in prova.

Nella figura 3 viene rappresentata la tipologia di taluni disturbi ed emissioni elettromagnetiche.

Fig. 3 Esemplificazione di fenomeni EMC

RE       emissione di disturbi elettromagnetici

            irradiati da parte dell'apparecchiatura in

            prova;

RS       disturbi elettromagnetici provenienti

            dall'esterno;

CE       emissione di disturbi condotti da parte

           dell'apparecchiatura in prova;

CS       disturbi condotti provenienti dall'esterno;

E.U.T. = apparecchiatura sotto Test

 

Di seguito verranno esaminati i vari fenomeni EMC e le prove associate per verificare la compatibilità alle normative.

 


Scariche elettrostatiche (EN61000-4-2)

La normativa definisce i requisiti di immunità degli apparati alle scariche elettrostatiche indotte dall'operatore o da altri apparati situati nelle loro immediate vicinanze. L'immunità alla scarica elettrostatica è la capacità di un'apparecchiatura di continuare a funzionare in modo appropriato durante e dopo un brusco passaggio di cariche elettrostatiche sulle sue parti metalliche.

La normativa EMC definisce dei livelli di tensioni della scarica (di forma d'onda predefinita) cui l'apparecchiatura in esame deve essere immune, definiti in base alla tipologia di prodotto (se esiste la specifica norma di prodotto o di famiglia di prodotti) o in base all'ambiente in cui l'apparecchiatura è destinata ad operare (norma generica).

La forma d'onda della scarica elettrostatica prevede un tempo di salita del fronte dal 10% al 90 % della corrente di picco variabile da 0,7 a 1 ns. Oltre a questo parametro, la forma d'onda è caratterizzata da altri tre parametri (corrente di picco, tempo di salita, corrente dopo 30 ns e corrente dopo 60 ns), il cui valore varia in base a uno dei livelli, definiti dalla norma di base (CEI EN 61000-4-2), a cui si effettua la prova:

                                                                                             

Livello di prova

Tensione indicata

Corrente di picco

Corrente (+/- 30%) dopo 30 ns

Corrente (+/- 30%) dopo 60 ns

1

+/- 2 kV

7,5 A

4 A

2 A

2

+/- 4 kV

15 A

8 A

4 A

3

+/- 6 kV

22,5 A

12 A

6 A

4

+/- 8 kV

30 A

16 A

8 A

 

Le normative generiche o di prodotto utilizzate in base alla tipologia di apparecchiatura in prova (EN 50082-1, EN 50082-2, EN 55024, EN 55014-2), definiscono il livello di prova per quell'apparecchiatura e il tipo di scarica elettrostatica.

Le prove sono effettuate tramite un generatore duale di scariche elettrostatiche (talvolta chiamato pistola elettrostatica), generalmente fornito di puntali per scarica in aria e scarica per contatto. In base al prodotto da testare le norme definiscono due tipi di test: scarica in aria e scarica per contatto. Con il primo metodo il puntale del generatore deve essere avvicinato dall'operatore al prodotto da testare, la scarica ad alta tensione avviene tramite un dielettrico ad aria. Con il secondo metodo l'operatore inietta direttamente il disturbo elettrostatico sul prodotto da testare.

 

Fig. 4 Generatore di scariche elettrostatiche

 

Gli strumenti per i test elettrostatici sono in grado di generare delle scariche elettrostatiche che vanno da -18kV a -0,1kV e da +0,1kV a +18kV (scarica in aria). Normalmente vi è un selettore posto sul pannello frontale dello strumento, con si può impostare la portata della scarica elettrostatica disponibile sulla punta del probe; generalmente vi è una posizione che attiva un potenziometro che permette di selezionare un potenziale variabile a partire da un minimo di 0,5kV fino ad un massimo di 9kV (scarica per contatto) che possono essere misurati tramite un voltmetro digitale posto sul pannello frontale. Le altre posizione del selettore impostano dei potenziali fissi di 9kV, 10kV, 12kV, 14kV, 16kV, 18kV . In tutte le posizioni del selettore, un voltmetro digitale misura il potenziale impostato sul probe in kV (kiloVolt). É possibile impostare un potenziale negativo semplicemente invertendo l'ordine di collegamento dei due cavi che vanno al probe.

 

 


Emissioni armoniche di rete - EN61000-3-2

Questa normativa definisce i limiti di distorsione della sinusoide di rete generata dall'apparato sulla linea di alimentazione.

La finalità della prova è di verificare che l’ampiezza delle armoniche di rete nel campo di frequenza 50-2000Hz (fino alla 40ª armonica) siano contenute entro livelli inferiori a quelli consentiti ed è realizzata inserendo una sonda di corrente tra l’EUT e una scheda di acquisizioni dati.

 

Fig. 5 Sonda di corrente

 

Il segnale d’uscita della sonda di corrente (connettore BNC) viene portato direttamente in ingresso a una scheda di acquisizione dati in grado di effettuare un’analisi di Fourier in tempo reale del segnale campionato.

La sonda di corrente ha generalmente una banda passante di 10kHz, consentendo quindi che la valutazione fino alla 40ª armonica di rete (2kHz), prevista dalla normativa, avvenga senza alcuna attenuazione di frequenze.

 

 

Fig. 6 Esempio di analisi armonica

 

E' importante che il software utilizzato, discrimini in maniera precisa la fondamentale a 50Hz e visualizzi soltanto le armoniche di ordine superiore, eliminando tutto ciò che non interessa. La misura in ampiezza viene generalmente data direttamente, sia in dB che in Ampere, spostandosi sulla traccia visualizzato con il cursore del mouse.


Emissioni condotte - EN55011/55014/55022

La normativa definisce i limiti delle caratteristiche di radiodisturbo generati dagli apparati e portate dai suoi cavi nell'ambiente esterno.

Mediante un ricevitore e degli appositi sensori si verifica il livello delle emissioni prodotte dall'apparecchiatura in prova e portate all'esterno tramite i cavi di alimentazione e di collegamento ad altre apparecchiature. La finalità della prova è di verificare che le misure di emissioni nel campo di frequenza 0.15-30MHz siano contenute entro livelli inferiori a quelli consentiti ed è realizzata inserendo una rete stabilizzatrice d'impedenza di linea (LISN) tra l'apparecchiatura da testare (EUT) e un analizzatore di spettro o un ricevitore gestito da un calcolatore.

 

 

Fig. 7 LISN

 

La rete stabilizzatrice d'impedenza (LISN) consente di testare le apparecchiature in modo che non generino segnali di interferenza oltre i limiti stabiliti, sui conduttori neutro o fase della linea di potenza. Per rispettare i requisiti CISPR 16, banda B, vengono eseguite prove di conduttanza con la LISN nel campo di frequenza 150kHz-30MHz. Generalmente vi è un'uscita in corrente alternata sul pannello frontale normalizzata a 5A, 16A e 25A, che alimenta il dispositivo da provare. E' presente un selettore utilizzato per rivelare l'emissione condotta presente sulle linee di fase o neutro. La posizione "off" è prevista per controllare il livello di rumore minimo del sistema di misura e per controllare qualsiasi segnale spurio locale. Un'attenuatore da 20dB (10 a 1) è incorporato nell'uscita IRF della LISN per proteggere il sistema di misura nel caso che l'utente, inavvertitamente, lo esponga a transitori di chiusura/apertura dell'alimentazione.

Le caratteristiche principali per le LISN sono:

·        Possibilità di utilizzo con idoneo Analizzatore di Spettro o ricevitore di misura per prove di emissione condotta.

·        Capacità di misure sui conduttori di fase o neutro nel campo di frequenza 150kHz-30MHz.

·        Posizione "off" per controllare il livello di rumore minimo del sistema di misura o la presenza di segnali di interferenza spurii.

·        Prestazione continua a 5A/16A/25A.

·        Protezione contro transitori di chiusura/apertura.

·        La rete filtro soddisfa le specifiche CISPR16 per la banda B 

Disturbi condotti EN 61000-4-6

La normativa EMC definisce dei livelli di disturbi condotti (indotti da campi a radiofrequenza) cui l'apparecchiatura in esame deve essere immune, definiti in base alla tipologia di prodotto (se esiste la specifica norma di prodotto o di famiglia di prodotti) o in base all'ambiente in cui l'apparecchiatura è destinata ad operare (norma generica).

L'immunità ai disturbi condotti, indotti da campi a radiofrequenza, è la capacità di un'apparecchiatura di funzionare quando i disturbi sono presenti sulle linee di alimentazione o di segnale. La prova consiste nel generare dei disturbi che simulano l'ambiente esterno per quanto riguarda i fenomeni elettromagnetici, i quali poi sono applicati all'apparecchiatura sotto test per valutarne, in queste condizioni, la capacità di operare in modo corretto (immunità).

Per la prova di immunità ai disturbi condotti si utilizzano: un generatore, controllato mediante calcolatore, in grado di generare disturbi a radiofrequenza, che vengono successivamente amplificati ed accoppiati sulle linee di alimentazione ed eventualmente di segnale.

 

La prova avviene usualmente con i seguenti parametri di misura:

·        intervallo di frequenze: da 150 kHz a 80/230 MHz;

·        passo di scansione: 1%;

·        modulazione: 80 % AM - 1 kHz.

 

La norma di base (CEI EN 61000-4-6) distingue fondamentalmente tre livelli di prova:

 

Livello di prova

Livello di tensione [V]

Livello di tensione [dBmV]

1

1

120

2

3

130

3

10

140

 

Si riportano di seguito i livelli di immunità ai disturbi condotti (indotti da campi a radiofrequenza) ed i criteri di prestazione richiesti dalle principali norme generiche e di prodotto:

                                                                                                         

Normativa di riferimento

Livello di prova

Criterio di prestazione

CEI EN 50082-1

2

A

CEI EN 50082-2

3

A

CEI EN 55024

2

A

CEI EN 55014-2

2 (al. c.a.)

1 (al. c.c. - segnale)

A

 

 

Immunità ai transitori/treni elettrici veloci (BURST) EN 61000-4-4

La normativa EMC definisce dei livelli di prova cui l'apparecchiatura in esame deve essere immune, definiti in base alla tipologia di prodotto (se esiste la specifica norma di prodotto o di famiglia di prodotti) o in base all'ambiente in cui l'apparecchiatura è destinata ad operare (norma generica).

L'immunità ai transitori/treni elettrici veloci è la capacità di un'apparecchiatura di funzionare durante e dopo l’accoppiamento di transitori elettrici veloci (con frequenza dell'ordine del kHz) sulle linee di alimentazione.

Tipicamente per la prova di immunità a transitori/treni elettrici veloci si utilizza un generatore in grado di produrre treni elettrici veloci, alla frequenza di 5 kHz e di forma d'onda predefinita, che vengono accoppiati sull'alimentazione ed eventualmente sui cavi di segnale presenti nell'apparecchiatura in prova

I transitori/treni elettrici veloci (BURST) che il generatore provvede ad accoppiare sull'alimentazione, in modo diretto o attraverso una pinza capacitiva, sono caratterizzati dai seguenti parametri fondamentali:

·        tempo di salita del singolo impulso: 5 ns (+/- 30%);

·        durata dell'impulso (50% del valore): 50 ns (+/- 30%);

·        durata del terno di impulsi: 15 ms;

·        periodo di ripetizione del treno di impulsi: 300 ms;

Per quanto riguarda il valore del picco di tensione dell'impulso e la frequenza di ripetizione degli stessi all'interno del treno di impulsi, la norma di base (CEI EN 61000-4-4) distingue quattro livelli:

 

Livello di prova

Picco di tensione su porta PE

(+/- 10 %)

Frequenza di ripetizione

Picco di tensione su porta segnale (+/- 10 %)

Frequenza di ripetizione

1

+/- 0,5 kV

5 kHz

+/- 0,5 kV

5 kHz

2

+/- 1 kV

5 kHz

+/- 1 kV

5 kHz

3

+/- 2 kV

5 kHz

+/- 2 kV

5 kHz

4

+/- 4 kV

2,5 kHz

+/- 4 kV

5 kHz

 

Si riportano di seguito i livelli di immunità ai transitori/treni elettrici veloci ed i criteri di prestazione richiesti dalle principali norme generiche e di prodotto:

 

Normativa di riferimento

Livello di prova

Criterio di prestazione

CEI EN 50082-1

2 (al. c.a.)
1 (al. c.c. - segnale)

B

CEI EN 50082-2

3 (al. c.a. - al. c.c.)
2 (segnale)

B

CEI EN 55024

 2 (al. c.a.)
1 (al. c.c. - segnale)

B

CEI EN 55014-2

2 (al. c.a.)
1 (al. c.c. - segnale)

B

 


Immunità all’impulso di tensione (SURGE) EN 61000-4-5

La normativa EMC definisce dei livelli di impulso di tensione (di forma d'onda predefinita) cui l'apparecchiatura in esame deve essere immune.

L'immunità all'impulso di tensione è la capacità di un'apparecchiatura di funzionare durante e dopo l’accoppiamento sull'alimentazione di un impulso di tensione (esempio sovratensione da fulmine). Per la prova di immunità all'impulso di tensione si utilizza un generatore producente gli impulsi di tensione che vengono accoppiati direttamente tra le fasi dell'alimentazione: di modo comune (CM) e di modo differenziale (DM). L'impulso di tensione che il generatore provvede ad accoppiare sull'alimentazione sono caratterizzati dai seguenti parametri fondamentali:

·        tempo di salita dell'impulso: 1,2 ms;

·        tempo all'emivalore: 50 ms;

 

La norma di base (CEI EN 61000-4-5) distingue fondamentalmente quattro livelli di prova:

 

Livello di prova

Picco di tensione (+/- 10%)

1

+/- 0,5 kV

2

+/- 1 kV

3

+/- 2 kV

4

+/- 4 kV

 

Si riportano di seguito i livelli di immunità ai transitori/treni elettrici veloci ed i criteri di prestazione richiesti dalle principali norme generiche e di prodotto:

Normativa di riferimento

Livello di prova

Criterio di prestazione

CEI EN 50082-1

3 (CM al. c.a.)
2 (DM al. c.a.)
1 (CM/DM al. c.c.)

B

CEI EN 50082-2

4 (CM al. c.a.)
3 (DM al. c.a. - CM segn.)
2 (DM segn.)
1 (CM/DM al. c.c.)

B

CEI EN 55024

 3 (CM al. c.a.)
2 (DM al. c.a. - CM segn.)
1 (CM al. c.c.)

B

CEI EN 55014-2

3 (CM al. c.a.)
2 (DM al. c.c.)

B